venerdì 28 marzo 2008

venerdì 15 febbraio 2008

Pareto: dall'economia alla sociologia



L'uomo non è quell'essere razionale che credono gli economisti. Le azioni umane possono essere contemporaneamente assurde e positive. Sono importanti da considerare i fatti, e per il Pareto, anche i valori sono fatti. Dei fatti Pareto non vuole coglierne l'essenza. Affermare l'assurdità di una dottrina non significa affermare che sia inutile. Pareto non crede che la scienza possa comprendere la totalità del reale e dei fatti osservati, anche se ciò potrebbe sembrare. Il confronto con i fatti è l'unica rigidità del suo metodo. Proprio sul terreno delle costanti della natura umana e della razionalità dell'agente che avviene il passaggio di Pareto dall'economia alla sociologia. Lo studio statistico della distribuzione dei redditi gli aveva fornito una prima evidenza della stabilità della natura umana pur nel variare delle situazioni storico-geografiche. D'altra parte, l'osservazione del comportamento non solo economico, ma più generalmente sociale, lo portava a constatare come l'individuo sociale agisca solo raramente secondo una razionalità strumentale di mezzi adeguati al fine. A suo modo, Pareto anticipa la critica antimarginalista, ma invece di rispondervi restando nel recinto dell'analisi economica, passa a fondare quella che egli chiamava la «sociologia scientifica». Il punto di partenza di questa nuova sociologia che, secondo Pareto, è che nella maggior parte dei casi, l'individuo sociale si comporta in maniera non logica, ovvero senza uno scopo apparente e, comunque, senza una chiara coscienza dello scopo perseguito. Il problema è però che l'individuo sociale, pur agendo in modo non logico, cosa che lo accomuna alle specie animali, rispetto a queste ultime presenta la caratteristica di accompagnare i propri comportamenti con delle formulazioni verbali, la cui funzione è quella di fornire un motivo del comportamento stesso. La sociologia scientifica dovrà allora spiegare quali sono le costanti del comportamento sociale non logico, e quali sono le caratteristiche e la funzione del discorso sociale. Da questo nucleo di problemi nasce la sociologia di Pareto, costituita da quattro grandi contrafforti: la teoria dell'azione non logica, la teoria dei residui e delle derivazioni, la teoria delle elites, la teoria dell'equilibrio sociale. Pareto è conscio dell'impossibilità di una formalizzazione matematica. Inoltre, la scelta di un concetto di equilibrio come equilibrio meccanico, rende questa parte della sua sociologia una faticosa argomentazione intorno ai vincoli sistemici dell'agire degli individui sociali. Di notevole vi è sicuramente il tentativo di Pareto di spiegare il divenire sociale senza rinunciare al presupposto della costanza della natura umana. Ne deriva un pessimismo "ondulatorio" che non riesce però a conciliare il susseguirsi dei cicli sociali con il fatto, pur riconosciuto, del progressivo stabilirsi della «ragione» nelle attività umane. Pareto, nel suo tentativo di una «sociologia scientifica», desta ammirazione anzitutto per la creatività e la grandezza di vedute con cui ha saputo districarsi dalle difficoltà del paradigma economico marginalistico, alla cui piena ma problematica maturità aveva contribuito egli stesso; in secondo luogo, per averci assicurato una fra le più originali indagini intorno alla mente dell'individuo sociale, la cui portata è ancora in larga parte da valutare e sfruttare.

venerdì 1 febbraio 2008

Definiamo il commercio equo e solidale...


Proviamo a dare una definizione
Il Commercio Equo e Solidale (FAIR TRADE) viene definito dalla Carta dei Criteri come un approccio alternativo al commercio convenzionale .

"Il Commercio Equo e Solidale promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e per l’ambiente, attraverso il commercio, la crescita della consapevolezza dei consumatori, l’educazione, l’informazione e l’azione politica.
Il Commercio Equo e Solidale è una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: produttori, lavoratori, Botteghe del Mondo, importatori e consumatori".
Il suo scopo è riequilibrare i rapporti con i Paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l'accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati, attraverso una più equa distribuzione dei guadagni.

Ma quali sono i principi del Commercio Equo e Solidale?


ASSICURARE UN PREZZO EQUO AI PRODUTTORI DEL SUD DEL MONDO
un prezzo "equo" e' il prezzo che viene pagato per un prodotto (alimentari,artigianato, ecc) tale da consentire ai lavoratori e alle loro famiglie il soddisfacimento dei loro bisogni e una vita dignitosa. Questo significa che i lavoratori del commercio equo e solidale non sono sfruttati o sottopagati, come avviene solitamente nel commercio tradizionale.
Un prezzo GIUSTO che viene stabilito, tra l'importatore e i produttori stessi, perche' nessuno sa meglio di loro qual e' la giusta retribuzione.
Nel commercio tradizionale questo obiettivo e' ostacolato dalla presenza di commercianti locali ed internazionali che esercitano una mediazione strangolatrice. La soluzione proposta dal commercio alternativo e' di distribuire prodotti comprati direttamente dai contadini e dagli artigiani, senza intermediazioni speculative.

GARANTIRE LA DIGNITA' DEL LAVORO
Una organizzazione che fa parte del circuito del commercio equo e solidale garantisce ai propri lavoratori un ambiente salubre, dove sono garantite le norme di sicurezza. Non esiste discriminazione sul lavoro di gruppi della popolazione e non viene accettato lo sfruttamento del lavoro minorile.

ESISTE SEMPRE LA DEMOCRAZIA NEL PROCESSO DEL LAVORO
I produttori sono di solito riuniti in organizzazioni attente alla partecipazione decisionale da parte di tutti i lavoratori (le cooperative, ad esempio),e cio' li responsabilizza. Anche nelle retribuzioni non ci sono grosse divergenze fra i vari ruoli nell'organizzazione.

FORNIRE AI PRODUTTORI UN PREFINANZIAMENTO
Quando il produttore viene in contatto con l'importatore, al momento dell'ordine viene anticipato circa il 50% del pagamento complessivo. Questo avviene per favorire una maggiore ottimizzazione del lavoro locale: la merce, i mezzi di trasporto, il pagamento degli operai, ecc.
Con questo prefinanziamento, tanti gruppi di artigiani non sono tagliati fuori dal mercato (qual e' la banca che fornisce finanziamenti a chi offre poche garanzie ?) e possono intraprendere attivita' produttive per lo sviluppo locale.


SVILUPPARE LA SOSTENIBILITA' AMBIENTALE
Si privilegiano lavorazioni non inquinanti e biologiche, il piu' possibile naturali e con poca industrializzazione meccanica. Quando possibile viene usato anche materiale riciclato.

PROMUOVERE LA SOLIDARIETA' E LO SVILUPPO LOCALE
Forte impatto sociale positivo, redistribuzione delle risorse a beneficio della comunita' locale: ad esempio per la costruzione di scuole, strade, ospedali, o per i miglioramenti dei metodi di produzione.

GARANTIRE LA TRASPARENZA
Il commercio equo e solidale fornisce ai consumatori approfondito materiale documentativo, affinche' ogni acquirente finale sia consapevole ed informato sui suoi acquisti (chi sono i produttori, come e' composto il prezzo, ecc).

venerdì 25 gennaio 2008

commercio equo e solidale

Classici prodotti del commercio equo e solidale
Classici prodotti del commercio equo e solidale


Con Commercio equo e solidale si intende quella forma di attività commerciale, nella quale l'obiettivo primario non è la massimizzazione del profitto, bensì la lotta allo sfruttamento e alla povertà legate a cause economiche, politiche o sociali.
È, dunque, una forma di commercio internazionale nella quale si cerca di garantire ai produttori ed ai lavoratori dei paesi in via di sviluppo un trattamento economico e sociale equo e rispettoso, e si contrappone alle pratiche di commercio basate sullo sfruttamento che si ritiene spesso applicate dalle aziende muotinazionali.


Le regole

Il commercio equo-solidale interviene creando canali commerciali alternativi a quelli dominanti, al fine di offrire degli sbocchi commerciali a prezzi minimi a coloro che producono in condizioni ritenute più sostenibili.
I principali vincoli da osservare sono i seguenti:

  • divieto del lavoro minorile
  • impiego di materie prime rinnovabili
  • spese per la formazione/scuola
  • cooperazione tra produttori
  • sostegno alla propria comunità
  • creazione, laddove possibile, di un mercato interno dei beni prodotti
Gli acquirenti (importatori diretti o centrali di importazione) dei paesi ricchi, si assumono impegni quali:
  • prezzi minimi garantiti (determinati in accordo con gli stessi produttori)
  • quantitativi minimi garantiti
  • contratti di lunga durata (pluriennali)
  • consulenza rispetto ai prodotti e le tecniche di produzione
  • prefinanziamento
Tipici prodotti del commercio equo sono il caffè, il tè, lo zucchero di canna, il cacao e prodotti dell'artigiano.

Altri prodotti agricoli sono: il miele, l'orzo, la frutta secca (anacardi, uvetta, mango), infusi (karkadè, camomilla, menta), spezie (pepe, cannella, chiodi di garofano, noce moscata) le banane e altri.

Questi vengono trasformati in: cioccolata e cioccolatini, torrone, caramelle, biscotti, crema di nocciole, bibite solubili, succhi di frutta, muesli, ecc.


La produzione biologica sempre più presente tra i prodotti alimentari è dovuta da un lato alle scelte dei consumatori del Nord per un cibo più sano, ma anche per evitare ai contadini e operai di esporsi a prodotti nocivi per l'uomo e per motivi di salvaguardia dell'ambiente. A volte sono gli stessi contadini a decidere per l'agricoltura biologica quale tecnica tradizionale di coltivazione.